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AUGURI da MONS.FRANZELLI-Vescovo di Lira/Uganda
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Lira, Natale 2016
Carissimi,
è la dodicesima volta che vi auguro Buon Natale da Lira. Dal 2005, di anno in anno ho condiviso con voi gli auguri di Natale e ciò che questa festa diceva al mio cuore di missionario e vescovo in Africa, a partire dall’esperienza di servizio e comunione con la gente che il Signore mi ha affidato. Quest’anno mi ripresento all’appuntamento.... che potrebbe essere l’ultimo. Fra pochi mesi infatti, il 9 Aprile 2017, se il Signore mi dà vita, compirò 75 anni, l’età in cui la Chiesa chiede a tutti i vescovi di rassegnare le dimissioni. E’ una norma saggia e prudenziale, per evitare il rischio che una diocesi abbia come guida e pastore un vescovo troppo debole o malato. Sta poi alla Santa Sede discernere caso per caso se accettare immediatamente le dimissioni o attendere ancora un pò di tempo, prima di nominare il successore. Ordinato il 9 Luglio 2005, il giorno del mio prossimo compleanno mi mancheranno esattamente tre mesi per finire dodici anni di episcopato.
Naturalmente, non è che l’avvicinarsi di questa scadenza mi porti a tirare i remi in barca! Al contrario, penso di non aver mai corso cosí tanto! Non perché mi abbia preso la frenesia di portare a termine ciò che non sono riuscito a fare in questi anni o per voler fare tutto e sempre io, ma a causa di varie circostanze che hanno creato una situazione davvero difficile e pesante. Praticamente in questi mesi non ho potuto contare sull’aiuto del mio vicario generale; il mio segretario, che è anche il cappellano diocesano della gioventù è stato assorbito da altri impegni ed è stato presente al 10 per cento, ed anche la suora che dà uno sguardo alla cucina e alla casa è assente ormai da un mese.E cosí sono sempre in movimento. Sono già tre settimane che ogni giorno mi sposto in una parrocchia o zona pastorale diversa. Meno male che, un mese fa, è finalmente arrivata la Toyota Landcruiser, una macchina di seconda mano in buonissime condizioni, un vero regalo della Provvidenza. Da almeno un paio d’anni infatti tutte le volte che mi mettevo in strada, un viaggio sí e uno no, finivo per restare a piedi a causa di qualche problema meccanico. Ora, con la macchina nuova sono almeno sicuro di arrivare a destinazione. In realtà, ho scoperto che la Land cruiser è un po’ dura per la mia schiena , che conta tutte le innumerevoli buche delle nostre strade. Ma anche un vescovo deve pur fare un po’ di penitenza, o no? Oggi, facendo un po’ di conti, ho visto che nel giro di due settimane ho amministrato quasi 5000 cresime. E’ un fatto che mi fa riflettere. Oggettivamente, in una visione di fede, si tratta di un grande dono di Dio al suo popolo. Una massiccia effusione dello Spirito Santo su tantissimi ragazzi e ragazze, giovani, adulti e anziani in varie parti della diocesi. D’altra parte, non posso fare a meno di chiedermi: fino a che punto tutti questi cresimandi comprendono e vivono il significato del sacramento, e quali sono di fatto i frutti dello Spirito nella loro vita quotidiana, nelle famiglie, cappelle e parrocchie da cui provengono e a cui ritornano? Siamo di fonte ad una grossa sfida per la missione della Chiesa in Lango. Vi chiedo di pregare perché la Chiesa di Lira, soprattutto attraverso i sacerdoti e catechisti trovi il coraggio di una preparazione più seria e un autentico cammino di fede per la ricezione dei Sacramenti, nella consapevolezza che siamo stati inviati ad evangelizzare e non solo a battezzare e cresimare.
A volte, specialmente In questi ultimi tempi, durante la cerimonia mi “distraggo” e mi scopro a guardare in viso i cresimandi, pensando e pregando: “Gesù, credo nel tuo amore e nella potenza del tuo Spirito. A Pentecoste ha acceso il fuoco della missione e lanciato Pietro e gli apostoli sulle strade del mondo. Spirito Santo, la tua venuta nel seno di Maria l’ha resa feconda, donandoci Gesù. Nell’Eucaristia di ogni giorno tu trasformi pane e vino nel suo Corpo e Sangue. Nel sacramento della Riconciliazione mi rinnovi e liberi dal mio peccato... Cosa farai per questa ragazza, per questo giovane e adulto che ora ti riceve? Ti prego, Signore: manda il tuo Spirito e rinnova la faccia della terra! Guarisci, fortifica e rinnova la vita di questa persona, della sua famiglia, del villaggio in cui vive.” Naturalmente, è una riflessione che applico innanzitutto a me stesso, una preghiera di cui io per primo ho bisogno. Chiamato e inviato a comunicare lo Spirito Santo, quanto sono docile e mi lascio guidare e trasformare da Lui nella mia vita e ministero quotidiano? E’ una riflessione che ora condivido con voi perche’, a pensarci bene, di fatto vale anche per tutti noi e ci aiuta tutti a vivere più intensamente e profondamente il Natale che stiamo per celebrare. Sí, perché non si tratta di accogliere Gesù nella nostra vita solo a Natale o nelle grandi feste, ma di aprire il nostro cuore all’azione del suo Spirito che opera in noi ogni giorno e tenta di trasformarci e renderci un po’ alla volta più simili a Gesù. Allora ogni giorno diventa Natale, venuta e presenza dell’Emmanuele, Dio-con-noi, che si fa carne nella nostra vita. E’ il dono di un Natale permanente, che auguro e chiedo per me e per tutti voi. Sento che da voi ora fa molto freddo. Qui invece siamo ormai in piena stagione secca: il termometro segna spesso i 40 gradi e c’è polvere dappertutto. Un mese fa, a conclusione del giubileo, abbiamo chiuso le porte della Misericordia. Dopo la straordinaria esperienza del perdono del Padre per ognuno di noi, figli prodighi tornati a casa, siamo ora chiamati a fare sí che ogni casa, ogni famiglia diventi luogo di misericordia. “Genitori misericordiosi, famiglie in pace”. E’ questo lo slogan della campagna contro la violenza domestica che anche quest’anno la Chiesa cattolica ha lanciato in tutta l’Uganda durante l’Avvento. Purtroppo, nonostante questa campagna annuale, il fenomeno della violenza domestica è ancora molto diffuso fra la nostra gente. Praticata in famiglia, la violenza straripa come un fiume in piena e si diffonde a macchia d’olio fra i vicini, tra gruppi diversi per appartenenza tribale, politica e religiosa. L’ho dovuto constatare personalmete alcuni giorni fa, e la cosa mi è rimasta come un grosso peso sul cuore, che tenta di avvelenare la gioia del Natale.
Il pomeriggio prima della mia visita pastorale a Lwala, una cappella della parrocchia di Alito, ricevo una lettera minatoria, con timbro della comunità anglicana ed una firma illeggibile, in cui mi si diffida a mettere piede in quello che i protestanti ritengono loro territorio esclusivo. Se non desisto, rischio “la perdita della vita, danni materiali o entrambe le cose”. Per prudenza e per evitare pericoli ai fedeli che verranno alla celebrazione, il mio segretario informa le autorità. Agenti in borghese si recano in serata sul posto per indagare. Il pastore protestante dimostra che il timbro usato è falso. Non ci sono indizi di attività sospette. L’indomani mattina, arriva la conferma: tutto è calmo. Vado, celebro la messa, amministro 237 cresime e poi benedico la nuova chiesa e la casa del catechista, a cui manca ancora l’anello di cemento su cui posare il tetto. Tutto bene. La gente è contenta e io torno a casa. La mattina dopo mi informano che durante la notte la casa del catechista è stata completamente demolita e rasa al suolo
Sono cose che fanno male e rattristano. Una battuta d’arresto e un passo indietro nel difficile cammino del dialogo con i nostri fratelli protestanti. In questo clima, diventa più difficile accogliere, vivere e condividere il dono della pace e dell’unità fra tutti i figli di Dio che Gesù è venuto a portarci con la sua venuta. Pregate perché la luce e la pace del Natale prevalgano su ogni forma di male e di divisione.
Vorrei affidare alla vostra preghiera anche la situazone preoccupante di alcune delle nostre scuole, in gravi difficoltà finanziarie. Non ci sono soldi per pagare i debiti e per comperare il cibo per gli alunni. C’è il rischio che alcune non possano riaprire i battenti per il nuovo anno scolastico, all’inizio di febbraio...Mi dispiace darvi queste notizie proprio a Natale, ma sono parte della realtà che sto vivendo e per cui ho bisogno del vostro aiuto e preghiera. Ci sono naturalmente tante altre cose belle e positive che succedono e solo la mancanza di spazio non mi permette di codividerle. Anche quest’anno, per esempio, ho potuto distribuire 80 capre ai malati di Aids del Cosbel. Ne abbiamo comprate 50; le altre 30 sono il prodotto di quelle distribuite l’anno scorso e restituite al Cosbel per aiutare altri malati. Il progetto di sostegno e solidarietà reciproca comincia a funzionare. Mentre scrivo, ho davanti a me il numero di Natale di “Lira Diocese News Update” , una piccola rivista mensile diocesana che dopo vari tentativi sta ora prendendo piede. La vedo non tanto come un successo giornalistico, ma come strumento di comunicazione, unità e comunione all’interno della diocesi. Sono piccoli semi e segni di speranza. Confermano la certezza della fede nel Signore che è venuto, viene e rimane sempre con noi, per salvarci. Prego, mi auguro e vi auguro di credere davvero che Dio ci ama e sta dalla nostra parte. In Gesù suo figlio e nostro fratello, l’Emmanuele. Oggi, a Natale e ogni giorno del nuovo Anno che sta per donarci. Grazie per la vostra preghiera ed aiuto. Buon Natale e Buon Anno a tutti! P.Giuseppe ,vescovo di Lira, Uganda